Genova, il giorno dopo, dieci anni dopo

Trascrivo dal mio diario del 2001:

Il giorno dopo. Una stanchezza cupa che intride le ossa e i pensieri, al telefono i concitati resoconti di chi era da un’altra parte e ha vissuto lo stesso panico, i compunti e ipocriti commenti televisivi, un residuo di bruciore agli occhi e difficoltà di respiro, traccia e sogno di una giornata frammentata in attimi lunghissimi ed ore brevi, avvertiamo l’inesorabile sfasatura dell’alfabeto con cui si misurano le parole come se il respiro non riconoscesse il passo consueto. Leggi tutto “Genova, il giorno dopo, dieci anni dopo”

Avvelenamenti sociali

I muscoli del padrone

L’informazione è diventata il nostro blob quotidiano, in cui soffoca  il pensiero, e le notizie che si susseguono senza nessi visibili sembrano scivolare sulla patina dell’indifferenza senza lasciare traccia.

Parto dal TG3 Lombardia che fornisce, insieme alla notizia,, una brevissima coda di commento che vi s’incorpora, passando inosservato. Leggi tutto “Avvelenamenti sociali”

Donne “manifeste”

Chi convoca una manifestazione ha generalmente il potere di farlo e cioè, al minimo, un luogo da utilizzare liberamente per un primo confronto di idee, mezzi per renderlo visibile e un potenziale consenso, dato dalla posizione sociale che occupa e dalla rilevanza politica che ne deriva.

Sono contenta che esistano donne autorevoli e che alcune di queste donne abbiano proposto a tutte di manifestare, dicendo implicitamente che da sole non ce la fanno, che senza di noi, visibili, nelle piazze e ovunque, le loro parole sono deboli, la cittadinanza dei loro pensieri più incerta, la loro visibilità più occultabile anche se vivono carriere di onesta raggiunta parità ai livelli più alti di responsabilità e accesso alle risorse. Leggi tutto “Donne “manifeste””

Manifestazione 13 febbraio: adesione con proposta

Alle donne che hanno convocato la manifestazione del 13 febbraio: adesione con proposta

Non sottovaluto mai, né svaluto, l’iniziativa presa da una donna, o da tante, su contenuti che condivido: la difesa della democrazia, la visibilità delle donne e delle loro vite tutte, la lotta contro immagini mistificatorie che sostengono, anche dentro le moderne democrazie, la politica patriarcale in qualsiasi forma, che sia quella eclatante della riduzione dei corpi femminili a pezzi di carne in vendita, che sia quella strisciante del perbenismo borghese, che riduce anche le donne più intelligenti ad essere poco più che vestali dei valori costituzionali o all’indispensabile casalingato che, dalla casa alle aziende, dalle associazioni alle istituzioni, tiene in piedi la società a tutti i livelli. Leggi tutto “Manifestazione 13 febbraio: adesione con proposta”

Elogio di un lavoratore del call center

Sono incappata in una disavventura molto comune di questi tempi: ho dovuto disdire il contratto telefonico Wind Infostrada per poter avere un gestore che portasse anche nel mio paesello del profondo nord la linea ADSL.
Ho inviato la comunicazione all’inizio del 2009, dopo qualche mese scopro che ho rinunciato solo ad un servizio perché la mia lettera non specificava il nome dei due servizi a cui rinunciavo, mando una seconda lettera il 27 di agosto, viene smarrita, una terza a gennaio allegando ogni volta fotocopia delle lettere precedenti e delle ricevute di ritorno. Ogni volta faccio almeno due telefonate al call center per capire cosa devo fare e ne ricevo altre che sollecitano i pagamenti da addetti che non sanno nulla delle mie raccomandate e non hanno modo di averne informazione. Leggi tutto “Elogio di un lavoratore del call center”

Cose da donne?

Cose da uomini (di Stato),  l’esibizione di Gheddafi con il suo pari Berlusconi davanti ad un pubblico femminile prezzolato.

Voglio guardare al tristo evento dall’altro punto di vista.

Perché 500 ragazze sono disposte a vendersi? Sono alla fame, hanno figli piccoli, genitori indigenti, sono ricattate, in pericolo di vita o altro che giustifichi la loro azione?

Nel mio immaginario sono tutte o quasi diplomate, forse persino laureate, con famiglia e amici soccorrevoli, un tetto sulla testa, tre pasti al giorno e un po’ di superfluo. Che cosa dunque le convince a prestarsi ad una delle tante farse del potere che non potrebbero stare in piedi senza le donne come comprimarie? Leggi tutto “Cose da donne?”

A proposito di scuola politica

Da alcuni anni, non ricordo quanti, proliferano le scuole di politica per le donne.

Ho sempre letto gli annunci con simpatia pensando che sono occasioni d’incontro preziose, sia quando a proporle sono istituzioni, perché significa che è in atto un’azione di empowerment femminile e certamente presente una rete di donne attive (lo immagino ovviamente), sia quando a proporle sono associazioni femminile, perché penso che sia l’occasione di trasmissione di un sapere insieme alle pratiche che l’hanno generato e di conservare la memoria delle donne in “carne ed ossa” e pensiero, ancora così spesso cancellate dalla cultura relazionale corrente, non solo tra uomini e dagli uomini. Leggi tutto “A proposito di scuola politica”

Donne e politica, donne e potere

Quali parole per la rivoluzione?

Ho spesso fantasticato su quali parole avrebbero utilizzato le donne della Rivoluzione francese se i tempi, le loro storie dentro la grande storia, fossero stati meno convulsi, invece della nota triade, libertà uguaglianza fraternità, le prime due altisonanti e la terza decisamente sessista, come ha dimostrato l’uso della ghigliottina appena qualche donna, come Olympe De Gouges, ha cercato di declinarle al femminile.

Per me suonano bene Possibilità, Opportunità, Responsabilità, che certo possono risultare ambigue alle orecchie di qualcuno, ma quale parola non lo è in questi tempi di frammentazione delle vite, confusione dei sentimenti, manipolazione dei significati, proprio a cominciare da libertà, spesso sinonimo di prevaricazione e uguaglianza, interiorizzata come corsa ad eguagliare il peggio.

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25 aprile a Milano

Ieri, 25 aprile, ero tra quelli che in piazza Duomo a Milano hanno fischiato Formigoni. Intorno a me su questo è nata una vivace discussione tra chi protestava ad alta voce e chi difendeva il diritto di parlare da parte di tutti, preoccupato soprattutto della possibile strumentalizzazione del nostro comportamento.
Il contesto non si prestava a discussioni pacate e quindi ognuno di noi ha agito come meglio credeva, ma oggi voglio avanzare alcune riflessioni proprio sulla democrazia nei “contesti” perché penso che la democrazia non è un astratto sistema di poche regole, ma una pratica complessa che per esprimere il meglio delle sue potenzialità non può prescindere dalla realtà dei soggetti e dalla loro collocazione. Leggi tutto “25 aprile a Milano”

Il mondo comune delle donne (8 marzo 2009)

Cos’è accaduto a quel mondo comune delle donne in cui la molteplicità dei pensieri delle vite delle storie delle appartenenze navigava sul mare della solidarietà e del rispetto, sulla base dei diritti conquistati?

Dove sono finiti i vent’anni di straordinaria sperimentazione politica dell’Udi tra l’XI e il XIV Congresso, 1982-2003, il dibattito sul rapporto tra rappresentanza e rappresentazione, l’appartenenza non come dichiarazione ma come storia, biografia individuale che s’intreccia nella collettività tra convergenze e divergenze, le responsabilità condivise e mai individualmente affidate, il criterio della rotazione delle funzioni, la trasparenza dei bilanci, mai semplicemente economici? Leggi tutto “Il mondo comune delle donne (8 marzo 2009)”