Donne “manifeste”

Chi convoca una manifestazione ha generalmente il potere di farlo e cioè, al minimo, un luogo da utilizzare liberamente per un primo confronto di idee, mezzi per renderlo visibile e un potenziale consenso, dato dalla posizione sociale che occupa e dalla rilevanza politica che ne deriva.

Sono contenta che esistano donne autorevoli e che alcune di queste donne abbiano proposto a tutte di manifestare, dicendo implicitamente che da sole non ce la fanno, che senza di noi, visibili, nelle piazze e ovunque, le loro parole sono deboli, la cittadinanza dei loro pensieri più incerta, la loro visibilità più occultabile anche se vivono carriere di onesta raggiunta parità ai livelli più alti di responsabilità e accesso alle risorse. Leggi tutto “Donne “manifeste””

Manifestazione 13 febbraio: adesione con proposta

Alle donne che hanno convocato la manifestazione del 13 febbraio: adesione con proposta

Non sottovaluto mai, né svaluto, l’iniziativa presa da una donna, o da tante, su contenuti che condivido: la difesa della democrazia, la visibilità delle donne e delle loro vite tutte, la lotta contro immagini mistificatorie che sostengono, anche dentro le moderne democrazie, la politica patriarcale in qualsiasi forma, che sia quella eclatante della riduzione dei corpi femminili a pezzi di carne in vendita, che sia quella strisciante del perbenismo borghese, che riduce anche le donne più intelligenti ad essere poco più che vestali dei valori costituzionali o all’indispensabile casalingato che, dalla casa alle aziende, dalle associazioni alle istituzioni, tiene in piedi la società a tutti i livelli. Leggi tutto “Manifestazione 13 febbraio: adesione con proposta”

A proposito di libertà, lettera alle donne dell’Udi Monteverde

Care Carla e tutte,

affido all’Udi Monteverde questa breve riflessione perché la inoltri a tutta l’Udi. Riflessione breve perché i tempi di lavoro e di vita non mi consentono di articolarla in modo più approfondito, che comunque non mancherò di fare appena possibile.

Le donne dell’Udi sono cittadine e possono fare ciò che vogliono. Se manca un dibattito politico che consenta azioni veramente condivise la responsabilità è di chi ha il compito di costruire espressioni condivise. Compito faticoso che richiede precise scelte, che certo non si può improvvisare.
Resta comunque la libertà di ogni donna e ogni Udi di rispondere agli eventi, che non sono mai interamente prevedibili, come ritiene opportuno. L’Udi non ha rappresentanti, ma solo deleghe su mandati di responsabilità, o mi sbaglio? Leggi tutto “A proposito di libertà, lettera alle donne dell’Udi Monteverde”

Come le donne sostengono l’economia criminale

in “Su la testa” novembre 2010

L’economia capitalista determina, sostiene, favorisce, i crimini contro l’umanità. Guerre, carestie, genocidi si succedono, come nei tempi bui dell’economia feudale, perché il legame tra profitto e mercato non produce libertà e risorse per tutti.

I problemi economici attraversano la vita e i discorsi quotidiani, e non solo da quando la crisi costringe a confrontarsi con le fonti di redditi e salari e a ripianificare i consumi. L’andamento della borsa è da anni un settore fisso del telegiornale, una sorta di giaculatoria mattutina accanto alle previsioni meteorologiche, le notizie sul calcio e spesso l’oroscopo, segnalando così “inconsciamente” il proprio carattere poco scientifico e l’uso manipolatorio, eppure l’economia resta un tema per addetti ai lavori: gli economisti parlano il loro latinorum disdegnando di ridurlo ad una lingua “volgare” comprensibile alla gente comune, le banche segnano il territorio con la loro capillare presenza, come un tempo le chiese, richiedendo la stessa obbediente osservanza, e rispondono all’oscura logica sovrastatale del mercato, intoccabile come dio. Leggi tutto “Come le donne sostengono l’economia criminale”

Elogio di un lavoratore del call center

Sono incappata in una disavventura molto comune di questi tempi: ho dovuto disdire il contratto telefonico Wind Infostrada per poter avere un gestore che portasse anche nel mio paesello del profondo nord la linea ADSL.
Ho inviato la comunicazione all’inizio del 2009, dopo qualche mese scopro che ho rinunciato solo ad un servizio perché la mia lettera non specificava il nome dei due servizi a cui rinunciavo, mando una seconda lettera il 27 di agosto, viene smarrita, una terza a gennaio allegando ogni volta fotocopia delle lettere precedenti e delle ricevute di ritorno. Ogni volta faccio almeno due telefonate al call center per capire cosa devo fare e ne ricevo altre che sollecitano i pagamenti da addetti che non sanno nulla delle mie raccomandate e non hanno modo di averne informazione. Leggi tutto “Elogio di un lavoratore del call center”

Riflessione per Udi Monteverde

L’Udi ha cominciato il percorso verso il XV Congresso.
Sono stata sollecitata a scrivere una riflessione e vorrei farlo dalla posizione di outsider che ormai occupo da molto tempo. Per capirci: non sono partecipe di nessun gruppo, ma appartengo certamente alla storia del movimento femminista italiano in generale e dell’Udi in particolare.
Grazie alla mia storia mi capita talvolta di  organizzare occasioni d’incontro tra donne nel luogo in cui abito.
Sull’appartenenza, come percorso di vita che s’intreccia alle scelte, l’Udi ha prodotto anni fa riflessioni significative e soprattutto lungimiranti rispetto alla deriva essenzialista (di stampo razzista) del localismo nazionalista in cui è caduto l’elettorato di entrambi i sessi, e non solo al nord. Leggi tutto “Riflessione per Udi Monteverde”

Generazioni: interrogativi sulla trasmissione

Quello che gli uomini rimuovono, le donne tacciono e la scuola censura: interrogativi sulla trasmissione delle donne e tra donne

Dal dizionario di psicologia curato da Umberto Galimberti prendo il significato della parola ‘rimozione’: “termine psicoanalitico che si riferisce ad un processo inconscio che consente di escludere dalla coscienza determinate rappresentazioni connesse a una pulsione il cui soddisfacimento sarebbe in contrasto con altre esigenze psichiche” e lo utilizzo liberamente per definire il processo sociale e politico agito dalle collettività maschili nei confronti della parte femminile della specie. Leggi tutto “Generazioni: interrogativi sulla trasmissione”

Cose da donne?

Cose da uomini (di Stato),  l’esibizione di Gheddafi con il suo pari Berlusconi davanti ad un pubblico femminile prezzolato.

Voglio guardare al tristo evento dall’altro punto di vista.

Perché 500 ragazze sono disposte a vendersi? Sono alla fame, hanno figli piccoli, genitori indigenti, sono ricattate, in pericolo di vita o altro che giustifichi la loro azione?

Nel mio immaginario sono tutte o quasi diplomate, forse persino laureate, con famiglia e amici soccorrevoli, un tetto sulla testa, tre pasti al giorno e un po’ di superfluo. Che cosa dunque le convince a prestarsi ad una delle tante farse del potere che non potrebbero stare in piedi senza le donne come comprimarie? Leggi tutto “Cose da donne?”

Lettera aperta al Ministro Gelmini

Tra le parole usate da Mariastella Gelmini, alle prese con le beatitudini della maternità, mi colpisce per primo il riferimento alle donne normali, alle quali lei (anormale o privilegiata?) sente di poter dare immediatamente consigli dall’alto dello scranno sul quale pensa di sedere, probabilmente per diritto biologico, ultima evoluzione di quello divino per i nuovi parvenu del potere.
La neo-mamma, fiera della sua non appartenenza a quella normalità un po’ volgare nella quale le donne normali si crogiolano, assentandosi dal lavoro prima e dopo il parto, si mette in cattedra definendo il diritto un privilegio e il suo privilegio (perché di questo si tratta quando hai un lavoro che ti garantisce, oltre ad una certa quantità di vile denaro,  tutti i supporti e sostegni possibili e nessun rischio di licenziamento) un sacrificio. Leggi tutto “Lettera aperta al Ministro Gelmini”

C’era una volta la scuola pubblica e laica…

Ma c’era davvero? O di fronte alla frana determinata dal disegno classista e autoritario del governo ci aggrappiamo ad una favola, trasformando una storia lunga e complessa in un mito, cioè in una narrazione simbolica che esprime valori e aspirazioni più che riflessione sui dati di realtà?
E perché non vediamo grandi proteste di genitori e studenti, scioperi del personale di ruolo, dai docenti ai bidelli, dai dirigenti ai tecnici, perché non ascoltiamo resoconti di interrogazioni parlamentari a raffica, sit-in dei soggetti che un tempo chiedevano, praticavano e presidiavano l’affermazione di una democrazia più avanzata, dalla classe operaia al movimento femminista, dai paladini dei diritti civili alla sinistra “radicale”?
La scuola è l’istituzione che forma i cittadini e le cittadine, determina i tempi e i sentimenti di tutti gli adulti, donne e uomini, che hanno qualche rapporto, anche non stretto, con l’infanzia e l’adolescenza, struttura il paesaggio urbano, le ferie, la viabilità e non so quante altre cose. Parte integrante del nostro vivere a tal punto che non riusciamo a vederla? Leggi tutto “C’era una volta la scuola pubblica e laica…”