1. Riconosco in te una donna perché so che chiunque tu sia e qualunque sia il colore della tua pelle e dei tuoi capelli, la tua statura, la forma dei tuoi occhi, la tua inclinazione sessuale, il tuo reddito, la tua provenienza territoriale, la tua posizione sociale e politica, che tu sia nata donna o che tu abbia voluto diventarla, che tu sia sana o malata, giovane o vecchia, abile o disabile (con tutto ciò che di stereotipato significa) in tutti tutti i casi qualunque uomo può offenderti, sminuirti, ridicolizzarti, perseguitarti, ferirti, ucciderti solo perché donna, trovando intorno a sé silenzio, complicità, omertà.
Riconosco le donne reali che vivono accanto a me.
2. Riconosco la lotta quotidiana delle donne venute prima di me: le moltitudini di donne che hanno chiesto e praticato il cambiamento nella propria vita mutando le relazioni tra generi e generazioni.
3. Riconosco le moltitudini di donne che hanno inventato e reinventato, di secolo in secolo, il soggetto politico che sta costruendo, in forme inedite e impensate, la democrazia per tutte e tutti attraverso l’affermazione della propria libertà come processo di liberazione.
4. Riconosco le donne sconfitte dalla storia, ignorate dai libri, abbandonate dalla memoria collettiva, dimenticate dalle generazioni successive. Riconosco le donne che ci hanno sognate.
5. Riconosco le donne geniali che hanno mutato il pensiero in tutte le scienze e arti, che hanno raccontato e immaginato il mondo con il coraggio di essere fedeli al proprio talento.
6. Riconosco le donne che hanno organizzato organizzato e organizzato le forme della visibilità politica, sempre cancellata e sempre rinata, in ogni tempo e luogo.
7. Riconosco la necessità politica della RICONOSCENZA, la strada di una gratitudine che fonda e mantiene il dialogo trasformando le madri in sorelle e compagne, di cui tramettere, trasformare e anche tradire l’eredità senza mai cancellarne la memoria.
8. Riconosco la necessità politica della RICONOSCENZA che trasforma le figlie in sorelle e compagne, da ascoltare e sostenere in una vicinanza senza prevaricazione, in un confronto senza manipolazione, nella possibilità di rinnovare insieme sogni futuri mai immaginati.
9. Riconosco con gratitudine una donna che ascolta un’altra donna, una donna che aiuta un’altra donna perché sa che sta aiutando se stessa, quindi riconosco la fatica che ogni donna nasconde dietro le forme sociali imposte dal mondo e riconosco che può ribellarsi perché nessuna è sola.
10. Riconosco che le donne partoriscono bambine e bambini, quindi possono abbattere i pilastri del patriarcato perché gli uomini possono imparare a disertare il dominio maschile e le donne possono smettere di esserne serve, ancelle e vestali, in ogni tempo e luogo.