Le peonie sono fiorite anche quest’anno e stanno nel giardino con regale naturale splendore, nonostante la pioggia e il freddo da infido cambiamento climatico.
Fioriscono ogni anno a maggio, dal 1995.
Traslocate qui dal pezzetto di terra in cui mio padre coltivava un suo piccolo orto, per anni avevano espresso solo una lucida massa di foglie e nessun fiore.
In che anno sono arrivate? Noi abbiamo traslocato in questa casa, finalmente, dopo quattro traslochi, a luglio del 1984 e le peonie possono essere arrivate un anno, o qualche, dopo, quando i miei genitori se ne sono andati dall’appartamento in cui avevano abitato dal 1963.
Un grande appartamento a equo canone, affittato dalla banca sottostante, che cercava una famiglia tranquilla da affiancare a quella dall’unico impiegato sposato a cui era stato destinato l’altro.
Per i miei genitori era stata un’occasione e, tutto sommato, per la banca un affare, perché mio padre coltivava un piccolo orto e qualche fiore nel pezzetto di terra sul retro, facendo contemporaneamente manutenzione al grande spazio con la ghiaia e a tutto l’edificio.
Io ero una bambina tranquilla e silenziosa; mia madre adottò subito il bambino dell’appartamento accanto, e poi tutti gli altri che sono arrivati, i quali vivevano come se il pianerottolo non fosse un confine divisorio tra due appartamenti, ma un passaggio di continuità tra spazi di una stessa casa che abitavano con naturalezza.
Ma questa è un’altra storia.
Abbiamo quindi piantato le peonie nel mio giardino ma loro non fiorivano, ogni anno si rinnovava solo il cespuglio verde, sempre più rigoglioso.
Facevamo varie ipotesi, perfino che si trattasse di una qualche erba spontanea trapiantata per errore, erbacce da estirpare quindi, ma la macchia verde aveva una sua grazia nella compostezza della postura che prendevano gli steli e nel mio giardino c’erano altri fiori spontanei.
Mia madre diceva: Hanno bisogno del loro tempo, vedrai che prima o poi fioriranno, bisogna avere pazienza e aspettare. L’ultima volta che l’ha detto era il maggio del 1994, è morta il 21 giugno, alla fine della primavera senza vedere le sue peonie.
L’anno dopo, nel maggio del 1995, le peonie sono fiorite: solo due boccioli, che ho scoperto una mattina sorpresa e commossa.
Da allora fioriscono ogni anno, punteggiando con l’incanto del rosa vivo il verde lucido del fogliame e nulla le ferma dallo sbocciare pienamente, delicate e tenaci, regali e discrete, affrontando ogni cambiamento climatico.
Mi fanno pensare a tutte le donne che traslocano, che perdono la loro casa e devono trovarne una nuova, che devono riconoscere un nuovo spazio in cui vivere, che devono adattarsi, mettere radici in una nuova terra, un nuovo paese, un nuovo quartiere, una nuova lingua, una nuova linfa vitale.
Hanno bisogno di tempo, devono acclimatarsi, diceva mia madre, ed è così anche per noi, umane e umani.
Abbiamo bisogno di riconoscere il nostro tempo.