Non credo al dio risorto
segregato sull’altare
da riti millenari
mistificanti ipocriti sfarzosi
che hanno derubato
lo schiudersi di vita nuova
nel colore dolce di primavera
intorno all’attesa del pigolio
che schiude le uova
e innalzando a simbolo
l’atroce tortura
hanno imprigionato
un uomo
un figlio
nel luccichio di oro e spade
brandendo la sua morte
per ogni morte futura
Non credo ai riti insulsi del mercato
a cui ci assoggettiamo
involucri del nulla che offende
ogni creatura nel creato
e nulla sa dire di ciò che siamo
il luccichio del nulla
in cui viaggiamo
Mi fido delle donne
che sanno ascoltare
a cui perfino un uomo
crocefisso e torturato
per vivere risorto
si è affidato
Non credo a ciò che l’uomo
ha decretato religione
mi fido della profonda ragione
della vita che ogni donna può ascoltare
nella vita di ogni donna ammutolita
da torture e offese
e di parola in parola
stare accanto
nell’azione quotidiana
della comune resurrezione
Affido le mie parole segregate
alla pioggia, al sole, al vento
alle foglie che risorgono puntuali
e fanno delle nostre brevi stagioni diseguali
l’esistere del nostro umano evento