Lettera al ministro sull’assenteismo

Caro Ministro

Lei che, essendo alla guida della Pubblica Istruzione, può essere considerato il garante del nostro livello culturale medio, nonché promotore di eccellenze, non cada, la prego, nelle trappole del giornalismo più volgare che grida sguaiatamente i delitti ignorando quasi sempre la complessità di luoghi condizioni soggetti e certo non per deficit di competenze linguistiche o diplomi, ma solo per sottomissione alla logica del profitto, con l’esito di aggravare il deficit di cittadinanza.

Non so quanti siano gli insegnanti assenteisti o quelli “lazzaroni”, come amano dire gli evasori fiscali dalle mie parti, ma immagino, sostenuta da una trentennale esperienza nella scuola che, se ci sono, hanno certo goduto di qualche insigne protezione e molta omertà e non certo da parte di colleghi e studenti. Leggi tutto “Lettera al ministro sull’assenteismo”

Quale festa per la Repubblica?

La stanchezza mi tiene a letto più del solito e mi vedo tutta la parata militare per la festa della Repubblica.

Che tristezza!

Se la rappresentazione simbolica della Stato resta ferma all’esaltazione dell’esercito, come nell’Ancien Régime, le istituzioni  democratiche non possono che uscirne mortificate e la società di conseguenza non può che arretrare sul piano della convivenza civile.

A scuola insegno che il sistema fiscale, l’amministrazione della giustizia e l’organizzazione dell’esercito fondano lo Stato formato dai sudditi, mentre la scuola, la sanità, la pubblica amministrazione sono le istituzioni che consentono di avviare il processo di passaggio alla cittadinanza. Lo Stato non come luogo difeso ai confini, ma come territorio sul quale abitiamo governato da un patto solidale fondato sull’esercizio dei diritti e tra questi il lavoro, l’istruzione e la salute sono quelli che caratterizzano meglio la vita della democrazia. Leggi tutto “Quale festa per la Repubblica?”

Umano, postumano

Nel momento in cui le donne cominciano a rendere visibile la storia, a lungo rimossa e dimenticata, del proprio genere e vi fondano un agire sociale che ripensa prima di tutto la cittadinanza e poi tutte le relazioni umane nel loro esprimersi privato e politico, il tema dell’identità diventa centrale.

Tra il corpo e la parola si aprono finalmente tutti gli interrogativi che rappresentano possibilità e opportunità inedite, e non solo per le donne, ma che, proprio per questo, toccano tutti i livelli del potere che quasi sempre trova nel determinismo biologico dei ruoli sociali il mito fondativo di  ogni sopraffazione gerarchia violenza. Leggi tutto “Umano, postumano”

Tra precariato e connivenza

Loro precari e noi ammutoliti.
Considero un elemento di progressiva e strisciante fascistizzazione la sequenza di corsi e ricorsi, articolati ad arte come forche caudine, alle quali devono sottomettersi i/le giovani che aspirano a diventare insegnanti, o più precisamente a uscire dal vergognoso precariato di un lavoro che spesso svolgono egregiamente già da parecchi anni.
Test, lezioni, esamucci ed esamini e la fatica di correre dalla scuola a pomeriggi noiosi e inutili, pagando onerosi balzelli, percorrendo chilometri e chilometri con rischio proprio (gli incidenti per stanchezza non sono mancati) e non solo. Leggi tutto “Tra precariato e connivenza”

Adolescenze

Scrivo, cancello, riscrivo, lo schermo del computer torna bianco, incurante dei fogli e foglietti su cui ho appuntato qualche frase nei ritagli di tempo scolastico sottratti alla noia di ripetitivi aggiornamenti e collegi docenti in cui vengono ratificate decisioni ben poco collegiali.
Osservo: il mezzo è il messaggio, il contesto rende decifrabile il contenuto. Per quanti dubbi mi attraversino, se accetto di scrivere su una rivista vuol dire che considero significativi i miei pensieri e se scrivo senza aver niente da dire significa che sono una 
presuntuosa arrogante esibizionista. Come molti della mia specie adulta.
Cerco di guardarmi con i loro occhi, ma è solo mia la severità del giudizio, rimasta inalterata dai quindici anni ad oggi. Leggi tutto “Adolescenze”

A proposito di storia

Insegnare la storia: intanto invidio le maestre che sanno liberare se stesse, e i cuccioli che sono loro affidati, dal sussidiario. Come tutto il sapere anche il passato è lì, un labirinto aperto ad ogni domanda (e non è detto che la meta sia trovare una risposta) che si può percorrere scegliendo direzioni più o meno impervie, guidati dal buon senso di chi si accerta prima di tutto che ognuna/o abbia le scarpe giuste.
Alla scuola superiore libri che mi sembrano incommensurabili con le ore a disposizione appesantiscono gli zaini e i pensieri con un concentrato di nozioni che moltiplica in modo esponenziale le già numerose pagine a disposizione.
“La storia non serve a niente” afferma convinta Sabrina, la più studiosa dei miei bru-bru lisciando i capelli fino allo sguardo vagamente disgustato che si posa sul libro, “servono di più le discussioni”. Leggi tutto “A proposito di storia”

Sogni-bisogni

Molti inizi e nessuna fine

Metafore

Sogni e bisogni occupano insieme i territori dell’anima in modo inversamente proporzionale, come colture che trovano un precario equilibrio nella consuetudine un po’ rigida di una stabile rotazione.

Si annidano in tempi e stagioni alterne, talvolta misteriosamente in sintonia con quelle reali (sogni primaverili, grevi necessità invernali, pungenti desideri estivi, incalzanti bisogni autunnali) e attecchiscono contro ogni ragione aggrappandosi come l’edera infestante a certi muri riarsi della memoria.

Nell’età in cui gli anni trascorsi sono un terreno a lungo e faticosamente dissodato e i sogni scorrono ormai placidi nel reticolo ordinato dei canali, i bisogni sembrano fiorire come un ambiguo doppio, uno specchio che apre un bivio ad ogni passo confondendo le certezze dei percorsi consueti. Leggi tutto “Sogni-bisogni”

Intervista di Monica Lanfranco a Rosangela Pesenti

pubblicata su Liberazione il 23 agosto 2005


Non possiamo smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone
(Audre Lord)


1)Cominciamo proprio da Audre Lorde e la sua frase: sei d’accordo con lei? e cosa ti evoca questa affermazione?


Sono i corpi a pensare e la lingua che parliamo a formare e deformare il nostro pensiero. Le condizioni di vita, la nostra storia non sono solo il contesto in cui cresciamo e viviamo, diventano carne della nostra carne, la piegatura dei gesti, le abitudini del quotidiano, la forma della nostra sintassi, il vocabolario dei significati profondi. Leggi tutto “Intervista di Monica Lanfranco a Rosangela Pesenti”

Corpo

La bandiera della pace, mossa da una brezza inconsueta per la pianura estiva, risuona setosa contro la ringhiera. Quasi un lamento nel silenzio della campagna lucida di granoturco acerbo. Un lamento delle cose per il nostro di silenzio, ipocrita e svogliato.
I rapporti, i luoghi, ci appaiono talvolta come sintesi dell’intera vita, impossibile andarsene, disperante restare, intanto il tempo sembra inafferrabile alle parole.
I piedi nell’erba bagnano di rugiada i pensieri e i suoni disegnano paesaggi morbidi per le mie zampe di gatta. La voce si è incastrata in gola, esiste anche la raucedine dei sentimenti. Leggi tutto “Corpo”

Tempi di scuola

Iniziativa per la Giornata della Memoria: accompagno la mia classe, una quinta superiore, insieme alle altre dell’Istituto, al cinema. Abbiamo scelto “Il pianista”.
Già dopo i primi minuti nella sala nessuno fiata, avverto la tensione crescente in me e in loro come un sentimento che ci accomuna.
A metà film, mentre scorrono le immagini della deportazione dal ghetto, l’orologio mi ricorda il “cambio dell’ora”.
L’organizzazione scolastica ci prevede come semplici accompagnatori (e forse hanno fatto bene i due colleghi rimasti fuori dalla sala a chiacchierare!), sarebbe stato troppo complicato ristrutturare il lavoro di tanti insegnanti in questi tempi in cui l’orario è completo per tutte le cattedre e nessuno ha più ore “a disposizione”.
Mentre esco l’emozione si trasforma in una rabbia così profonda che temo di non saperla controllare. Leggi tutto “Tempi di scuola”