Tra le parole usate da Mariastella Gelmini, alle prese con le beatitudini della maternità, mi colpisce per primo il riferimento alle donne normali, alle quali lei (anormale o privilegiata?) sente di poter dare immediatamente consigli dall’alto dello scranno sul quale pensa di sedere, probabilmente per diritto biologico, ultima evoluzione di quello divino per i nuovi parvenu del potere.
La neo-mamma, fiera della sua non appartenenza a quella normalità un po’ volgare nella quale le donne normali si crogiolano, assentandosi dal lavoro prima e dopo il parto, si mette in cattedra definendo il diritto un privilegio e il suo privilegio (perché di questo si tratta quando hai un lavoro che ti garantisce, oltre ad una certa quantità di vile denaro, tutti i supporti e sostegni possibili e nessun rischio di licenziamento) un sacrificio. Leggi tutto “Lettera aperta al Ministro Gelmini”
C’era una volta la scuola pubblica e laica…
Ma c’era davvero? O di fronte alla frana determinata dal disegno classista e autoritario del governo ci aggrappiamo ad una favola, trasformando una storia lunga e complessa in un mito, cioè in una narrazione simbolica che esprime valori e aspirazioni più che riflessione sui dati di realtà?
E perché non vediamo grandi proteste di genitori e studenti, scioperi del personale di ruolo, dai docenti ai bidelli, dai dirigenti ai tecnici, perché non ascoltiamo resoconti di interrogazioni parlamentari a raffica, sit-in dei soggetti che un tempo chiedevano, praticavano e presidiavano l’affermazione di una democrazia più avanzata, dalla classe operaia al movimento femminista, dai paladini dei diritti civili alla sinistra “radicale”?
La scuola è l’istituzione che forma i cittadini e le cittadine, determina i tempi e i sentimenti di tutti gli adulti, donne e uomini, che hanno qualche rapporto, anche non stretto, con l’infanzia e l’adolescenza, struttura il paesaggio urbano, le ferie, la viabilità e non so quante altre cose. Parte integrante del nostro vivere a tal punto che non riusciamo a vederla? Leggi tutto “C’era una volta la scuola pubblica e laica…”
“La morte della natura”: l’ecofemminismo salverà il mondo?
Università degli Studi di Bergamo
Dottorato in Antropologia ed Epistemologia della Complessità
Elaborato per il corso di Epistemologia della scienza
2009
INTRODUZIONE
L’esclusione delle donne dalla scienza, la nascita del capitalismo con la definizione “forte” di lavoro di produzione della merce e l’oscuramento dei lavori della riproduzione, o una loro definizione “debole” come servizi quando sono messi sul mercato, l’esaltazione del dominio sulla natura ridotta a materia inerte a disposizione dell’esperimento e dello sfruttamento, sono fenomeni coevi che segnano quel grande cambiamento nella percezione del mondo e nel modo di abitarlo, socialmente e politicamente, che ancora oggi viene definito come inizio del progresso, nonostante l’evidente insostenibilità ambientale accompagnata da diffusa sofferenza umana.
Qual è il legame tra l’immagine del mondo che si deposita in ogni disciplina definendone la scientificità, e quindi la “credibilità”, a partire dall’alienazione del punto di vista e dall’assunzione di un soggetto unico, maschio bianco adulto sano, che diventando paradigma della conoscenza può inventare l’oggettività, e la riduzione delle donne a corpo, e dei corpi a materia, risorsa a disposizione per qualsiasi sfruttamento o guerra? Leggi tutto ““La morte della natura”: l’ecofemminismo salverà il mondo?”
Della violenza sulle donne
28 novembre 2009
Scrivo, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e della manifestazione nazionale, non solo perché il fenomeno è di tale gravità che consideriamo un successo delle nostre lotte la giornata istituita da dieci anni per ricordarlo e purtroppo niente in questo momento ci fa pensare che si tratti di un appuntamento temporaneo.
Non solo perché in un paese che ha scelto di fondare sulla democrazia il proprio patto di convivenza, ogni cittadina e cittadino adulto è chiamato a concorrere con la sua individuale preziosa libertà di parola e di azione alla cancellazione della violenza come modo per regolare i conflitti, di qualsiasi natura. Leggi tutto “Della violenza sulle donne”
A proposito di scuola politica
Da alcuni anni, non ricordo quanti, proliferano le scuole di politica per le donne.
Ho sempre letto gli annunci con simpatia pensando che sono occasioni d’incontro preziose, sia quando a proporle sono istituzioni, perché significa che è in atto un’azione di empowerment femminile e certamente presente una rete di donne attive (lo immagino ovviamente), sia quando a proporle sono associazioni femminile, perché penso che sia l’occasione di trasmissione di un sapere insieme alle pratiche che l’hanno generato e di conservare la memoria delle donne in “carne ed ossa” e pensiero, ancora così spesso cancellate dalla cultura relazionale corrente, non solo tra uomini e dagli uomini. Leggi tutto “A proposito di scuola politica”
Donne e politica, donne e potere
Quali parole per la rivoluzione?
Ho spesso fantasticato su quali parole avrebbero utilizzato le donne della Rivoluzione francese se i tempi, le loro storie dentro la grande storia, fossero stati meno convulsi, invece della nota triade, libertà uguaglianza fraternità, le prime due altisonanti e la terza decisamente sessista, come ha dimostrato l’uso della ghigliottina appena qualche donna, come Olympe De Gouges, ha cercato di declinarle al femminile.
Per me suonano bene Possibilità, Opportunità, Responsabilità, che certo possono risultare ambigue alle orecchie di qualcuno, ma quale parola non lo è in questi tempi di frammentazione delle vite, confusione dei sentimenti, manipolazione dei significati, proprio a cominciare da libertà, spesso sinonimo di prevaricazione e uguaglianza, interiorizzata come corsa ad eguagliare il peggio.
Il corpo è l’anima: appunti di una ricerca
Tutto è cominciato con una separazione. Dividere, separare è l’operazione che consente di individuare, definire, conoscere. La lingua e la memoria operano attraverso la suddivisione e la nominazione, pescano nel fluire del pensiero, nell’acqua corrente delle percezioni e costruiscono significati come villaggi abitabili sulle palafitte, fissate nella profondità di un terreno conosciuto e solo mediato dalle mille trasparenze variabili delle correnti che conservano l’oscurità del profondo.
Da queste case significanti ci si può sempre affacciare per esplorare l’orizzonte, terra e cielo, in sintonia con le diverse stagioni della vita, che portano piene o secche variando il paesaggio intorno, nella fisica ambivalenza di un restare che significa contemporaneamente fluire. Leggi tutto “Il corpo è l’anima: appunti di una ricerca”
25 aprile a Milano
Ieri, 25 aprile, ero tra quelli che in piazza Duomo a Milano hanno fischiato Formigoni. Intorno a me su questo è nata una vivace discussione tra chi protestava ad alta voce e chi difendeva il diritto di parlare da parte di tutti, preoccupato soprattutto della possibile strumentalizzazione del nostro comportamento.
Il contesto non si prestava a discussioni pacate e quindi ognuno di noi ha agito come meglio credeva, ma oggi voglio avanzare alcune riflessioni proprio sulla democrazia nei “contesti” perché penso che la democrazia non è un astratto sistema di poche regole, ma una pratica complessa che per esprimere il meglio delle sue potenzialità non può prescindere dalla realtà dei soggetti e dalla loro collocazione. Leggi tutto “25 aprile a Milano”
Una storia d’origine: Sesso e Temperamento di Margaret Mead
Università degli Studi di Bergamo
Dottorato in Antropologia ed Epistemologia della Complessità
UNA STORIA D’ORIGINE, la mia storia d’origine
Sesso e Temperamento, di Margaret Mead
Elaborato per il corso di Antropologia Culturale 2009
Il problema che io mi pongo è di studiare il condizionamento delle personalità sociali dei due sessi, nella speranza che una simile indagine getti qualche luce sulle differenze dei sessi. Io condividevo l’opinione generale della nostra società, che vi fosse un temperamento sessuale congenito (…) Ero lungi dal sospettare che i temperamenti da noi considerati come congeniti ad un sesso potessero essere invece semplici variazioni del temperamento umano.
New York, gennaio 1935 Margaret Mead
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Il mondo comune delle donne (8 marzo 2009)
Cos’è accaduto a quel mondo comune delle donne in cui la molteplicità dei pensieri delle vite delle storie delle appartenenze navigava sul mare della solidarietà e del rispetto, sulla base dei diritti conquistati?
Dove sono finiti i vent’anni di straordinaria sperimentazione politica dell’Udi tra l’XI e il XIV Congresso, 1982-2003, il dibattito sul rapporto tra rappresentanza e rappresentazione, l’appartenenza non come dichiarazione ma come storia, biografia individuale che s’intreccia nella collettività tra convergenze e divergenze, le responsabilità condivise e mai individualmente affidate, il criterio della rotazione delle funzioni, la trasparenza dei bilanci, mai semplicemente economici? Leggi tutto “Il mondo comune delle donne (8 marzo 2009)”