Quando la luce ci abbaglia

Quando la luce ti abbaglia per vedere davvero devi guardare nella penombra.
Questa è la frase emersa nella mia vita in questi giorni, mentre si conclude il 2020 e come ogni anno la luce si fa più breve nella giornata, qui dove abito, mentre noi ci prepariamo a festeggiarla con riti antichi e nuovi.
Siamo abituati da anni alle luci abbaglianti nei luoghi del consumo, luci che ci guidano al consumo disegnando i tracciati di ogni vita in un’apparente uguaglianza tra chi ha potere sulla merce, chi possiede la merce, chi è servizio alla merce, chi è sfruttato dalla merce, chi aspira alla merce.
L’irruzione del Covid 19 ha inceppato gli ingranaggi ma noi siamo ancora accecate e accecati dalla luce che abbaglia.
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Giornate

Faccio ogni giorno un piccolo lavoro
vivo con decoro
il limite diventa azione
sfaccendare di mani
e di pensieri
mentre esploro il recinto sfuggente
delle ragioni incerte
sorprendenti metamorfosi di parole
nel callo che non duole
di domande inevase
cimase poetiche
nelle finiture di abiti dismessi
e imbastiture smemorate
Pelle e cuore si fanno resistenti
camminano indenni sulle ore
avvolgendo i cedimenti interiori
scantonano gli amori renitenti
e ciò che resta basta
al vivere dimesso dei miei tempi

Quaderno per idee matte e strampalate

Vorrei un’idea strampalata
appesa al lampadario
come un’acchiappasogni
un’ombra leggera
una fata
che danza nelle ore
una giovane ragna che tesse
un’idea da tagliare e cucire
per l’intera giornata
un’idea che lasci tra le mani un librino
soffice come un cuscino
su cui chiudere gli occhi la notte
un’idea di quelle matte matte
da spedire intorno
perché facciano saltelli di gioia
i cuori appesantiti
un’idea che ripulisca i pensieri
dalla rabbia
un’idea dolce come una crostata
appena uscita dal forno

Facebook: scrivere tra dissipazione e conservazione

Scrivo in forma immediata e senza correzioni solo nei miei quaderni privati, per Facebook scrivo prima su un foglio word e poi copio, spesso cancello e basta perché mi chiedo sempre se quello che scrivo abbia senso, anche se i miei post sono letti da poche persone e non farebbero gran danno.
All’inizio del 2019 ho ritrovato un foglio con due post del 2015, misteriosamente salvati dal mio rigoroso contrasto all’accumulo, e ho deciso di conservare quello che avrei scritto in un file unico (un tempo era la brutta copia).
Non è tutto, ormai mi capita di scrivere direttamente e non so se sia il pensiero ad essersi affinato o se sono stata colonizzata dall’algoritmo.
Metto a disposizione i miei trafiletti nell’ordine temporale che ha il suo inizio nel presente.
La vita è perdita ma vivendo lavoriamo misteriosamente anche contro la dispersione. Contro la dissipazione mi dedico alla modesta attività del riciclo.
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