Pensieri di capodanno con auguri

Le relazioni non sono come giardini condivisi a cui basta la cura di una persona perché ne goda anche l’altra.
Le relazioni non sono contatti, non sono funzioni governate da algoritmi, immaginette da esibire. Non sono elenchi. Le relazioni non si possono accumulare, non danno rendita né profitto e se sono numerabili o classificabili diventano perdita.
Le relazioni sono lo spazio immateriale che si fa luogo da abitare, insieme. Solo insieme. Possiamo abitare molti luoghi ma non migliaia o milioni, i numeri non fanno relazioni.
La relazione è uno spazio che appare misteriosamente tra persone, si fa tangibile, reale quando c’è presenza anche a distanza. Una stanza che esiste solo se si condivide la manutenzione e chiede cure delicate e discrete, indulgenti e sollecite.
Uno spazio di compassione per la comune condizione che sappiamo senza bisogno di nominarla, uno spazio che sa vedere le lacrime non versate e ci soccorre di risate.
In una relazione l’altra ti ricorda chi sei quando ti sembra di perderti, ti chiede perché sa che puoi dare.
Una relazione può fiorire improvvisa ma cresce lentamente e la ricetta per coltivarla non è mai sicura, c’è sempre un ingrediente da trovare, qualcosa di nuovo da gustare. Ci vuole tempo per trovarle il nome ed è tanto più provvisorio quanto più si fa sicura. Il nome è un indicatore d’uso sociale come l’etichetta sul campanello di casa.
Le relazioni quando finiscono perdono il nome, come nei traslochi.
E le parole non bastano, occorrono le voci e le voci chiedono vicinanza. Le relazioni hanno bisogno di silenzi vicini, di sguardi, sorrisi, mani. Di camminare insieme, almeno per qualche tratto, almeno per qualche stanza.
Hanno bisogno di momenti da poter ricordare, di cose conosciute e sorprese. Le attese sono il piacere visionario che ci sostiene.

Auguri